Critica - Hanno detto di lui


- Claudio H. Martelli:
autore di veduta ma anche di figure trattate in opportuni contesti particolarmente attenti alle poesie quotidiane delle piccole cose che rischiano di venir travolte e dimenticate, è attento agli effetti luministici che preferisce elaborare attraverso una materia spatolata nella quale la ricerca della luce è affidata in parte anche ad un segno deciso e forte che divide gli spazi rigorosamente concepiti.

- Franco Fornasaro:
la ricerca di una cromatografia compiuta e realizzata con una originale effusione di motivi e di colori che testimoniano una maestria ormai ben acquisita e fatta propria, e un ricordo continuo a valori ancestrali, ad antropologie definite e a motivi che confortano e danno sicurezza. Un'arte che piace e appasiona sia per ciò che mostra e sia per quanto fa immaginare.
- Natale Zaccuri:
L'azzurro e l'infinito tra realtà e fantasia condita dai ricordi, i giochi di luce e le visioni prospettiche alimentano la tavolozza del triestino Roberto Metz, autore dall'amore forte per lo sport del rugby, ovvero di quella palla ovale che da giovane l'ebbe tra le sue "mete" primarie, per la pittura e il disegno.
Oltre quarant'anni d'impegno a bordo del treno meraviglioso dell'arte e lungo un tragitto dal continuo divenire, scandito dal ritmo dei colori ora acuti ora armoniosi e sinfonici, all'insegna dell'impressionismo fauvistico. Dai suoi dipinti emergono a tutto tondo, scampoli di storia e spicchi di marine riflessivi di una Trieste dalla multiforme fisionomia e dalle tante atmosfere intrise di suggestioni e di grazia. Mare come paradigma alle scene di vita quotidiana, quindi, per un Metz che muove felicemente lungo il crinale di una verve interpretativa inizialmente legata alla tipicità della pittura veneta e che, in seguito, ha inteso arricchire di suggestioni legate ai cosiddetti "soggetti", ovvero a taluni personaggi colti in atteggiamenti col sapore della naturalezza o della circostanza per poi farne elemento dominante della sua pittura.